IL DIARIO DI DANIELE.
Di Daniele Leandri Fabbri Editori © 2008. Testo adattato


Volgi i verbi al passato prossimo.

4 gennaio.
Ciao, stamattina (svegliarmi) come è mio solito
alle 10, il resto lo sappiamo, (andare) a fare la spesa, (ritornare)
, (mangiare) , poi io, mia madre e mia sorella (bere)
insieme un caffè, sono andato a prendere la legna e (uscire), mi
sono ritrovato a Borgonuovo1, prendere) da mangiare per le bestie e
sono ritornato a casa.
(giocare) con mia madre a scala quaranta fin circa le sei e mezzo,
(mettere) cherosene nella stufa, poi sono andato a vedermi la televi-
sione, (cenare) e dopo cena abbiamo giocato a carte fin verso le
23,30; (arrivare) mia sorella e così tutta o quasi tutta la famiglia (giocare)
a carte e poi alle 23,50 è successo il fatto! (portarmi)
la torta, e la sai la cosa più fantastica, ho la chitarra, sono arcifelice,
sai che per me è la cosa più importante; ah mi ero dimenticato, mio
nonno mi ha dato 200 lire di mancia, si è sprecato, poverino. Ciao
amico diario.

31 gennaio.
Stasera sono andato a prendere mia madre in fabbri-
ca, dato che (noi-decidere) di andare a trovare mio nonno, siamo
andati fino al Cottolengo. Lì c’era una suora che mi ha inflippato
male7 (si vede che ho la faccia del bandito), (trovare) mio nonno
che stava guardando la televisione, (essere) molto contento di veder-
mi, (scambiare) due parole e (presentarmi) due
suoi amici, così mentre si parlava (noi-incontrare) due specie di
preti, uno giovane e uno vecchio o di mezza età, e (noi-parlare)
del problema giovani e del problema lavoro, il ragazzo era simpati-
co anche perché aveva delle idee buone in proposito, il vecchio no.