00:30:00
BECKETT, faccia da paesaggio. Riempi gli spazi vuoti con le parole più adatte che hai nella colonna a sinistra, come item 0. Attenzione: le parole non sono in ordine.



Posa il puntatore sul cartellino giallo se vuoi toglierlo.

LI
C'È
MENTRE
QUEGLI
SUPERFLUO
DA
MOMENTO
TRASPARENTI
GIÀ
PUPILLA
QUALCHE
NE
QUEI
FOSSE
0. PIÙ

Il 0. più bel volto del secolo, secondo me, forse ancor più di Marlon Brando", spiega Pericoli, A
rielabora l'allestimento delle sue quasi trenta icone del volto di Beckett, tagli d'occhi e maschere amare, insieme all'ambasciatrice Maria Anita Stefanelli, colei che ha voluto per questa celebrazione il nostro artista, B noto in Irlanda per aver disegnato il francobollo centenario di Joyce.
"C
sempre io mi dedico al volto delle persone, fin dai banchi di scuola, con i professori. Ma prima era più forte l'impulso alla caricatura satirica, l'ho fatto per molti anni, con i politici. E lì era decisivo soprattutto il contorno, il contesto, la battuta. Dopo, ho deciso di rivolgermi di più al volto delle personalità amate, degli artisti. E' come se lo zoom si D concentrato sul racconto del loro volto, che è già di per sé un racconto. Cancellando tutto quanto E intorno di ridondante e di F e tentando proprio di trovare una relazione tra G tratti vissuti e gli scritti. Solo così le loro fotografie finiscono per "parlarmi"; altrimenti stanno H "
Il "rapporto" con Beckett (non il solo irlandese con Joyce, Pericoli ha disegnato anche Wilde, il Nobel Heaney e Yeats) nasce soprattutto nel I
in cui Pericoli decise di condensare queste sue riflessioni in un prezioso zibaldone uscito da Bompiani, l'Anima del Volto: "in quel momento ho realizzato che il volto che mi "serviva", per esercitarmi e riflettere, era proprio quello di Beckett. Mi è venuto a galla, nitido. Chi l'ha conosciuto mi ha parlato del colore dei suoi occhi, L e limpidi, di un celeste marino. Io non li ho visti e non ho visto nemmeno delle fotografie a colori, che M rimandassero quella azzurra luminosità. Ma N ho colorati in giallo, un giallo che ricorda la O di un rapace, di un'aquila: occhi terribili e bellissimi".
È incredibile come P
occhi "scattino" e galleggino dalle pareti della casa sgombra, Q rado ricordo di feroci strumenti chirurgici e l'ombra della madre poetessa, Speranza: sia che Pericoli spatoli l'olio, calcinato e gessoso, sia che nel tratto superbo e nudo della tagliente grafite evochi la durissima tenerezza disarmata del bambino mai cresciuto (ammetteva di sentirsi sempre un feto) ed il tweed ammaccato delle sue palandrane da elegantissimo straccione dell'intelligenza.