Il capolavoro
Commedia o Divina Commedia, originariamente Comedìa; l'aggettivo Divina(per indicare sia la
materia del poema sia la sua eccezionalità), attribuito da Boccaccio, si ritrova solo a partire dalle edizioni a stampa del 1555.
Composta tra il 1304-6/1321 durante gli anni dell’esilio, Dante intitolò semplicemente la sua opera Commedia perché aveva un inizio drammatico e un lieto fine ed era scritta in lingua volgare e con stile intermedio, tipico della tragedia, e quello umile, tipico delle commedie.
Poema in versi di argomento politico-religioso, con funzione didascalico - allegorica: trasmette e insegna contenuti religiosi, fine morale dunque e allegorico perché attribuisce alle parole un significato diverso da quello letterale. È un procedimento molto diffuso nel mondo medievale e ha quasi sempre una intenzione didattica e di coinvolgimento: permette infatti di dire anche attraverso immagini, che possono colpire il lettore, cose anche difficili e complesse dandogli una percezione visiva e immediata delle cose.
la Divina Commedia è innovativa per la sua tendenza a rappresentare la realtà: affronta temi e argomenti validi per l’uomo di ogni tempo, come il peccato e il perdono, il bene e il male, i vizi e le virtù, la responsabilità individuale, il destino finale dell’uomo. Si trovano le conoscenze che avevano dato lo studio, l'applicazione intellettuale, dunque, e l'esperienza dell'epoca includendo le questioni e la condotta morale.
È l'opera più celebre di Dante, nonché una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale; conosciuta e studiata in tutto il mondo, è ritenuta il più grande capolavoro della letteratura di tutti i tempi.
Il capolavoro fù determinante al processo del consolidamento del volgare fiorentino , una lingua nuova e pertanto non considerata l'adeguata per esprimere contenuti impegnativi e profondi; contrariamente a questa idea, raggiunge l'espressività al più alto livello. Per questi motivi Dante è considerato il padre della lingua italiana.
Lettura obbligatoria nel percorso scolastico italiano.
Argomento-personaggi
Il poema è diviso in tre parti, chiamate cantiche (Inferno, Purgatorio e Paradiso), ognuna delle quali composta da 33 canti (tranne l'Inferno, che contiene un ulteriore canto proemiale). Il poeta narra, in prima persona, di un viaggio attraverso i tre regni ultraterreni: l'Inferno, il Purgatorio ed il Paradiso. Il viaggio lo condurrà alla visione della Trinità.
Inizia nel primo anno del Giubileo: il giovedì santo del 1300, ed ha la sua conclusione una settimana dopo.
Lungo il suo cammino è accompagnato da tre guide:
Virgilio, l'autore dell'Eneide e simbolo dalla ragione umana, il quale accompagna Dante nel percorso dell'inferno e del Purgatorio;
Beatrice che rappresenta le fede, la donna sempre amata da Dante, che lo riceve in Paradiso e lo conduce all'Empireo, residenza di Dio;
San Bernardo che simboleggia la grazia divina, cistercense e fondatore dell'ordine, guida il poeta fino alla contemplazione di Dio.
È indispensabile la guida dei tre perché Dante è vivo pertanto non può essere ammesso senza alcune di queste personalità. A loro in più, è assegnato il dovere di esortarlo, avvertirlo, consigliarlo, di prescrivere ed istruire su come deve superare gli ostacoli che mano a mano si presentano, per obbedienza alla volontà divina.
Nel suo viaggio all'oltretomba, Dante si viene a trovare alla presenza di personaggi mitologici, sacri, leggendari, politici i quali si imbattono e si intervistano ed altri si vedono di sfuggita; lo scambio delle domande e
la presenza di questi personaggi sono necessari affinché il poeta possa intendere l'essenza del premio divino e del castigo con l'obiettivo finale di rinvigorire la fede e la speranza in Dio.
Struttura 1
Dalla descrizione dell'universo conosciuto dagli astronomi e filosofi greci, Dante attinge l'idea secondo la quale la Terra è rotonda, non si muove e si trova al centro dell'universo, è circondata da una sfera di fuoco, da un'altra d'aria e di nove sfere celesti, una dentro l'altra e di movimento circolare. In alto si trova l'Empireo, contenitore dell'Universo.
La terra è composta da due emisferi:
il boreale (terre emerse), fra il Gange e le Colonne d'Ercole, è abitato e in cui centro c'è Gerusalemme;
l'australe (delle acque) senza traccia di vita ed in cui centro si trova la montagna del Purgatorio. L’idea di Purgatorio non è un’idea originata dal Cristianesimo, perché all’origine gli stadi a cui l’uomo era destinato una volta morto, erano due: Inferno e Paradiso, rispettivamente rappresentanti il Bene e il Male. Perciò si può dire che il Purgatorio è un'ideazione esclusivamente umana.
Sulla cima della montagna, si trova il Paradiso Terreste, raggiunto dai penitenti alla fine del loro lento tragitto. Qui scorrono due fiumi: il Lete, , che lava e fa perdere il ricordo dei peccati commessi, e l'Eunoè, che fa ricordare il bene compiuto. Dopo essersi lavate nei due fiumi, le anime sono pronte per salire il Paradiso.
L'inferno è una voragine causata dallo strapiombo di Lucifero al centro della terra, la forza di questa caduta provoca la spinta dell'ammasso di terra verso l'emisfero opposto creando la montagna del Purgatorio.
Struttura 2-Inferno
L'INFERNO
Oltrepassata una specie di soglia infernale e passato il fiume Acheronte,
si entra nell’Inferno vero e proprio. La voragine è divisa in nove cerchi, secondo la categoria del peccato, in ordine crescente di gravità: incontinenza, violenza e frode:
· Nei primi cinque cerchi i dannati castigati sono gli incontinenti, cioè coloro che non riuscirono a frenare l'inclinazione al peccato;
· Nel sesto cerchio sono puniti gli eretici, cioè coloro che non ebbero fede in Dio;
· Nel settimo cerchio, diviso in tre gironi, ci sono i violenti;
· Nell’ottavo cerchio, diviso in dieci Malebolge, ci sono i peccatori per frode, cioè per raggiro o inganno;
· Nel nono cerchio, diviso in quattro zone, si trovano i peccatori fraudolenti più gravi, cioè coloro che tradirono i parenti, gli amici o la patria.
Al centro della Terra si trova Lucifero, che con le sue tre bocche sbrana i tre peccatori più terribili della storia dell’umanità: Giuda, traditore di Gesù;
Bruto e Cassio, traditori e assassini di Giulio Cesare.
I peccatori sono puniti secondo la legge del contrappasso.
Secondo tale concezione di giustizia, tipicamente medievale, la pena che Dio stabilisce per ogni anima corrisponde, per analogia o per contrasto, al peccato commesso in vita.
Struttura 3.Purgatorio
La montagna del Purgatorio, allo stesso tempo un’ isola, difatti si trova nell'emisfero delle Acque, è divisa in nove cornici concentriche, che i penitenti devono percorrere, salendo progressivamente, per scontare tutti i peccati commessi in vita e potere infine ascendere al Paradiso.
La forma di questa montagna non è cilindrica ma conica: più si sale, più si ha più spazio ed una parte della parete rocciosa della montagna è aperta.
La struttura dunque, di questo regno, è molto simile a quella infernale, solo che è invertita.
Essa è divisa in 3 zone, in base alle categorie di peccato che raggruppa:
PRIMA ZONA: detta Antipurgatorio, che non rappresenta altro che una specie di sala d’attesa per le anime; Qui si trovano:
i Pigri;
gli Scomunicati;
i morti per violenza oppure di morte violenta;
E poi c’è una zona a parte, una valle in cui ci sono i principi negligenti (Valletta dei Principi Negligenti).
SECONDA ZONA: in cui vengono raggruppate ben 7 cornici di peccatori;Con la seconda zona si apre il vero e proprio purgatorio poiché proprio in questa parte del regno vengono puniti i peccatori; anche alle anime del Purgatorio è applicato il criterio del contrappasso.
TERZA ZONA: il Paradiso Terrestre, zona in cui Dante incontrerà Beatrice e lascerà Virgilio.
Struttura 4-Paradiso
Intorno alla terra ci sono nove sfere concentriche: i nove cieli del paradiso dantesco.
I primi sette cieli prendono il nome dai pianeti intorno alla terra: luna, mercurio, venere, sole, marte, giove, saturno.
L'ottavo cielo è quello delle stelle fisse, in cui orbitano tutti gli altri in posizioni reciproche fisse. Nell'ottavo cielo Dante vede Cristo e Maria.
Il nono cielo è il primo mobile o Cristallino, che traccia il moto ai cieli sottostanti. Qui il poeta vede le nove gerarchie angeliche, che ruotano come cerchi luminosi intorno ad un piccolissimo e luminoso punto, la luce di Dio.
Tra i nove cieli c'è una gerarchia di perfezione, dalla luna (più vicina alla terra, più piccola, più lontana da Dio, più lento) al Primo Mobile (più vicino a Dio, più veloce e grande). Dante nella sua ascensione incontrerà le anime dei beati secondo un ordine di maggior perfezione e beatitudine: la loro collocazione è provvisoria, sono scese nelle sfere celesti solo per far capire a Dante le gerarchie interne dei beati, il loro luogo è la rosa dei beati nell'empireo.
Oltre questi nove cieli c'è l'Empireo, un decimo cielo eterno ed infinito di pura luce e amore, in cui
ha sede Dio nella sua essenza. La visione si compie quando Dante alza la testa per ammirare Dio e i misteri della sua natura.
Simbologia
La struttura del poema ripete con assoluta evidenza il numero tre e i suoi multipli , sia nel contenuto sia nella forma metrica.
Tre sono i regni ultraterreni, tre le guide di Dante, tre le fiere che sbarrano il passo, tre le categorie dei peccati puniti nell’Inferno, nove i cerchi infernali, nove le partizioni del Purgatorio, nove i cieli del Paradiso.
Tre sono le cantiche, trentatrè i canti di ogni cantica, tre sono i versi di ogni strofa.
L’insistenza del numero tre si spiega col fatto che gli uomini del Medioevo erano affascinati dai numeri, che secondo loro possedevano significati magici e misteriosi.
Il numero prediletto era proprio il tre, perché era considerato il simbolo della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.
Curioso anche notare come tutte le tre cantiche terminino con la parola stelle. "E quindi uscimmo a riveder le stelle." l'Inferno, "Puro e disposto a salir a le stelle."" il Purgatorio e "L'amor che move il sole e le altre stelle." il Paradiso.