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ARGENTINA: SALTA


Se vuoi visitare il nord-ovest dell’Argentina devi pensare di andarci nei mesi primaverili o autunnali; in ogni caso, l’estate deve essere evitata. Noi vi consigliamo la provincia di Salta perché è sicuramente quella che ha più luoghi interessanti da vedere.

Allora, tenetevi abbastanza tempo libero per viaggiare almeno una settimana. Qui vi daremo dei suggerimenti e dei consigli utili per ogni giorno:

1º giorno: per prima cosa, è importante conoscere la città. Potete cominciare la vostra visita dalla Piazza 9 Luglio, il centro geografico e commerciale di Salta. Approfittatene per prendere un caffè con i cornetti, come si fa dappertutto, poi passeggiate per le strade: potrete osservare cha la gente è molto calma, chiacchierona e gentile. Intorno troverete luoghi da vedere e visitare: la cattedrale, il cabildo e la vecchia casa del governo. Avete anche il museo antropologico, con le migliori mummie conservate al mondo. Vicino alla piazza, non dimenticate la chiesa San Francisco, che ha la cupola più alta del Sud America. Per cenare, prenotate un tavolo a Balderrama, per conoscere e godere la musica e il cibo tipico dell’Argentina del nord.
2º giorno: vicino al centro troverete il parco San Martín; ci sono una piccola laguna e la teleferica che vi lascerà sul colle San Bernardo, da dove si può avere il più bel panorama della città. È consigliabile scendere a piedi per arrivare al monumento di Güemes, eroe locale dell’ indipendenza e capo dei gauchos che combatterono con il metodo della guerriglia. Il giorno si può finire in via Balcarce, piena di ristoranti carini e dove c’è anche una fiera artigianale.
3º giorno: vicino alla città troverete San Lorenzo, villaggio turistico per eccellenza. C’è un castello-ristorante dove si può mangiare, ma spesso è chiuso; allora, è meglio andare dopo pranzo per conoscere il fiume e la cascata. Potete anche noleggiare dei cavalli e passeggiare per l’esuberante natura della zona.

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4º giorno: bisogna alzarsi di buon’ora per cominciare la giornata presto. Per conoscere Cafayate devi viaggiare qualche ora, ma le cose da vedere si trovano lungo il tragitto. Nel piccolo villaggio ci sono le cantine dei vini tipici della regione, montuosa e diversa da tutte le altre.
5º giorno: devi alzarti ancora presto. Cachi è un luogo lontano e il cammino è un po’ pericoloso: il percorso sarà lento, ma il paesaggio è meraviglioso! Nel villaggio, non dimenticare di assaggiare l’arrosto di agnello!
6º giorno: vicino alla provincia di Salta, più al Nord, c’è Jujuy, un’altra provincia. È imprescindibile conoscere il colle di sette colori e Purmamarca, un villaggio tipico.
7º giorno: tutto il giorno sul treno delle nuvole. Attenzione al mal di montagna!
8º giorno: l’ultimo giorno si può dedicare al riposo e a una passeggiata per andare al mercato artigianale per comprare qualcosa di bello e tipico, prima di lasciare la città.



BUON VIAGGIO!





SANTIAGO DI COMPOSTELA: È CASA NOSTRA

Santiago di Compostela è casa nostra e secondo la tradizione deve il suo nome al cielo stellato, in latino Campus Stellae. È il capoluogo della Galizia ed è bagnato da due fiumi, il Sar e l’Ulla, inoltre ha un guardiano che lo sorveglia dall’alto, il Monte Pedroso. Noi abitiamo a Santiago da 30 anni, la città è divenuta la nostra casa. È abbastanza spaziosa, la condividiamo volentieri con tutti. Come ogni casa contiene un ingresso, la Porta do Camiño; un corridoio, cioè Las Ruas; una cucina, il mercato di Praza de Abastos; un salotto, ossia la piazza della Quintana; delle camere da letto, cioè i quartieri della città. Ci sono anche uno studio, l’Università; un ripostiglio, cioè la Rua Nova, con le bancarelle piene di chincaglierie e di complementi in cuoio fatti a mano; un bagno, la spiaggia fluviale di Chaian; un terrazzo, cioè i tetti della cattedrale; dei giardini, ovvero tutti i parchi della città; un solaio e infine un cantiere, la Città della Cultura, e tante oltre cose e storie da raccontare e vedere, scopriamole insieme!

L’ingresso
Per noi, come per quei pellegrini che arrivano dal Cammino Francese, è la Porta do Camiño, che in origine faceva parte delle mura che circondavano la città, all’epoca c’erano sette porte d’ingresso ma se ne conserva soltanto un’altra, La Porta de Mazarelos.

Il corridoio
È la Rua do Villar. È pedonale e porticata, cosa molto utile perché prima pioveva tantissimo! Ci sono un cinema, un circolo, una pasticceria, due fondazioni culturali, un negozio di cappelli (unico in tutta la Galizia). C’erano quattro librerie, ma due sono sparite e adesso al loro posto ci sono negozi di souvenir. Qui un giorno alla settimana suona la banda della città. Questo corridoio è molto frequentato, vi si fanno sfilate, cortei, passeggiate.

La nostra cucina
È la Praza do Abastos, un grande mercato di prodotti freschi, tutti da mangiare, con una zona all’aperto dove i contadini vendono frutta e verdura che loro coltivano. È stata costruita nel 1873 e si trova tra le chiese San Agustin e San Fiz de Solovio. Si vendono anche carne, pesce, fiori e frutti di mare delle coste Galiziane. Il salotto è la piazza della Quintana, che ha due livelli separati da una scala di pietra. Una volta si chiamava “Quintana de mortos” perché era un cimitero (nel XVIII secolo furono tolte le tombe) che occupava la parte inferiore e “Quintana de vivos” dove c’erano i Tribunali e altri uffici. Per noi di Santiago è una piazza dove andare con i nostri figli a prendere il sole e a giocare con i piccioni.

Il salotto
È la piazza della Quintana, che ha due livelli separati da una scala di pietra. Una volta si chiamava “Quintana de mortos” perché era un cimitero (nel XVIII secolo furono tolte le tombe) che occupava la parte inferiore e “Quintana de vivos” dove c’erano i Tribunali e altri uffici. Per noi di Santiago è una piazza dove andare con i nostri figli a prendere il sole e a giocare con i piccioni.

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La sala pranzo
Sono quelle vie dove potete mangiare e ristorarvi. In città si mangia molto bene e i prezzi sono accessibili. I piatti tipici sono tantissimi (empanadas, lacón con grelos, polipo, frutti di mare delle coste Galiziane, unici al mondo!). Le vie più tipiche per mangiare sono la rúa de San Pedro e la rúa Franco, ma se avete un amico a Santiago andate a mangiare a casa sua, è più economico e mangerete piatti veramente caserecci!

Le camere da letto
Sono i quartieri popolari che hanno conservato bene la propria identità: Conxo, Basquiños, San Pedro, Sar, Castiñeiriño,Vite, l’Ensanche. Sono migliorati moltissimo grazie alla costruzione di edifici pubblici come la Xunta, l’Auditorio, il Parlamento e anche i centri commerciali.

Lo studio
Per noi lo studio di Santiago è l’università. È pubblica e fu fondata nel 1495, è una delle più antiche al mondo. Nella piazza de Mazarelos c’è la facoltà di Filosofia, uno dei primi centri universitari. Oggi l’università è cresciuta molto e ci sono edifici in tutti i quartieri della città.

Il terrazzo
Sono i tetti della cattedrale, che si possono visitare con una guida. Da sempre in città non si è potuto fare un edificio più alto di questo, pertanto è un belvedere meraviglioso.

Il cantiere
È senza dubbio la Città della Cultura, che è stata in questi ultimi anni al centro di molte polemiche, è un’opera faraonica, chissà se verrà mai finita… è interessante ma dovrà trovare posto nel cuore dei cittadini.

Il solaio
Contiene le cose che bisognerebbe buttare via. Prima di tutto, la Avenida de Lugo e poi qualche casa del quartiere dell’Ensanche. Sono case costruite negli anni 60 e sono un esempio di brutta architettura.

Il giardino
Santiago è circondata da molti parchi vicini alle zone urbane, ci sono 2.200.000 metri di spazi verdi per 100.000 abitanti circa. Per noi i più belli sono l’Alameda, in pieno centro storico, che ha la forma di un ferro di cavallo, il Parco Santo Domingo de Bonaval, il Paseo fluviale del Sarela con ponti, mulini, case sopra il fiume, cascate, ecc.

Abbiamo chiesto a una persona nata qui a Santiago che cosa manca in città. Lei ci ha detto che manca la Santiago dei santiaghesi, purtroppo. Riportiamo la sua opinione al riguardo:

“Da molti anni mi sembra che la mia città viva alle spalle dei suoi cittadini. Tutto gira attorno agli studenti, ai lavoratori dell’Amministrazione, ai turisti. Ovunque siamo in minoranza, dislocati in un angolo della nostra stessa città, disseminati fra la moltitudine.
Ricordo quando ero piccola e ritornavo dalle vacanze al mare, era fine luglio e tutti ci rincontravamo nella piazza dell’Obradoiro, i nuovi arrivati e quelli sarebbero partiti. La piazza era semi vuota, si poteva camminare, correre, parlare con questo e quello. Poi guardavamo i fuochi d’artificio come il paesello che realmente siamo. Adesso la piazza è impercorribile, tutti sono stranieri e sconosciuti, nessuno con cui chiacchierare un po’ per sentire che queste sono le nostre feste.
Un altro esempio: da tre anni lavoro in centro, vicino al Duomo e vedo ogni giorno come i negozi tradizionali muoiono sovrastati dai negozi di souvenir e ho paura che la zona monumentale sia diventata museo e una discoteca...”



Questa è casa nostra, se vi è piaciuta venite a vederla, a viverla, a sentire il suo profumo, anche voi troverete una città alla vostra portata. A Santiago forse, tutti trovano quello che erano venuti a cercare.

Per la realizzazione di questa guida abbiamo preso spunto dal libro Torino è casa mia di Giuseppe Culicchia, mentre le informazioni sulla città le abbiamo tratte dal libro Santiago de Compostela, guia de sus monumentos e itinerarios di José Filgueira Valverde. Un ringraziamento speciale a Marila, che ci ha gentilmente dato la sua opinione sulla sua città.